In questi giorni non si sta facendo altro che parlare dell’enorme scandalo che ha coinvolto l’Università di Catania e diversi altri atenei italiani. Delle indagini condotte dalla Polizia di Catania hanno fatto emergere tutto il marcio che si celava dietro l’Ateneo di Catania.
Con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta e altro, il rettore dell’Università di Catania e 9 professori, ma sono oltre 60 i docenti ad essere indagati. Professori di varie università: di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.Università Catania corrotta
“Università bandita” è il nome che è stato dato all’operazione della Digos, che ha accertato 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore.
Il Codacons e la fine della speranza di rinascita
Il Codacons si è naturalmente mosso a riguardo, chiedendo al Ministero dell’Università e della Ricerca la costituzione di una Commissione di Inchiesta che possa andare a scovare fino in fondo quanto accaduto all’Ateneo catanese in questo ventennio.
Pensare che il rettore Basile aveva illuso e acceso gli animi al Codacons Sicilia, come aveva spiegato il Presidente Regionale Codacons, Giovanni Petrone: “Nel 2017, l’elezione a Rettore del Prof. Basile, che aveva condiviso il Protocollo Propositivo di Unicodacons, ci illuse che le nostre speranze di rinascita, che erano quelle dei tanti componenti dell’Ateneo che assolvono al proprio compito di docenti o tecnici con impegno e dedizione, potessero finalmente concretizzarsi. In quell’occasione il Codacons accolse con grande compiacimento l’elezione del Prof. Basile al quale offrì gratuitamente la propria collaborazione per il miglioramento dei servizi accademici”.
Peccato che subito dopo la bella favola promessa da Basile iniziava a crollare e nulla di quello che aveva detto di realizzare si è realmente realizzato: “Purtroppo, già a distanza di quasi un anno e mezzo dalla sua elezione, avevamo dovuto constatare con amarezza e delusione che ben poco il Rettore Basile aveva realizzato di quanto da lui stesso condiviso con Unicodacons nel corso della propria campagna elettorale. Anzi, aveva fatto talmente poco che si aveva la sensazione che Pignataro fosse rimasto a fare il Rettore”, continua il Presidente.Università Catania corrotta
L’Operazione Università BanditaUniversità Catania corrotta
L’operazione ha fatto emergere tutto il marciume nascosto al di sotto dell’Ateneo catanese e questo è ancora solo l’inizio, dice ancora il Presidente Petrone:Università Catania corrotta
“Adesso, l’Operazione “Università Bandita” ha finalmente sollevato il velo sul marciume che per tanto tempo ha causato tanti danni al nostro Ateneo e ha posto fine alle nostre illusioni di rinascita”.
“Le indagini hanno scoperto di tutto e di più. Una gigantesca cricca di cui fanno parte rettori, tanti direttori di dipartimenti e pare anche noti politici ha cinicamente truccato tutto, dai concorsi per avanzamento di carriera a quelli per assunzioni, dai dottorati di ricerca, alla assegnazione di borse di studio (…) Adesso ci sono pochi dubbi che tutto sia stato organizzato per favorire parenti, amici ed amici degli amici. Alla faccia della meritocrazia, dell’impegno, dei sacrifici e delle aspettative delle persone oneste”.Università Catania corrotta
“E c’è il timore fondato che quanto sinora portato alla luce dalle indagini della Polizia di Stato di Catania sia solo la punta dell’iceberg”, conclude il Presidente Giovanni Petrone.
Speriamo che questa sia la volta buona che si riesca a ripulire il mondo universitario. Continuate a seguirci su SegretoDonna.