Vi ricordate i tempi del primo lockdown, quando dai balconi si urlava che sarebbe andato tutto bene e che la pandemia ci avrebbe reso delle persone migliori? Beh, a distanza di pochi mesi tutto questo sembra solo un nostalgico ricordo!Studente disabile positivo
Niente di tutto questo è più valido, adesso ci troviamo di fronte a persone che, di fronte ad una seconda ondata della pandemia – sono disposte a puntare il dito contro gli altri. Tutto questo per cercare di trovare un capro espiatorio e per sfogare ansie e preoccupazioni.
Peccato che, spesso, a farne le spese sono i più deboli che non hanno le forze di difendersi e reagire. Questo è un po’ quello che è accaduto ad un ragazzo disabile all’interno di un istituto scolastico.
L’episodio del ragazzo disabile Studente disabile positivo
Come è stato riportato da La Repubblica, nell’istituto alberghiero Buontalenti di Firenze un giovane ragazzo disabile è stato preso di mira dai compagni di classe per il semplice fatto di aver contratto il Covid e aver costretto la classe alla quarantena.
Infatti, da quando la scuola ha riaperto i battenti, prevede che qualora ci sia anche un solo studente positivo al virus, l’intera classe e gli insegnanti debbano andare in quarantena per per due settimane.Studente disabile positivo
La classe si è così ritrovata in quarantena da un giorno all’altro, all’inizio senza sapere di chi fosse la colpa. Ma non appena si è diffusa la voce che il “colpevole” era il compagno disabile, immediatamente si è scatenato il caos e il ragazzo si è trovato ingiustamente accusato.
“È tutta colpa tua se siamo in quarantena”. “Ma sei stupido? Prendi il coronavirus e ce lo dici così? Rischi di aver infettato tutti”.
Questi alcuni dei messaggi che, nel gruppo WhatsApp di classe, sono stati ricevuti dal giovane ragazzo disabile da parte dei compagni di classe. Ragazzi di appena quattordici anni che hanno inveito contro un loro compagno più debole, attribuendogli colpe non sue.
I compagni gli hanno attribuito tutta la colpa. Ma quale colpa? Il semplice fatto di essere risultato positivo! Come se fosse colpa sua se il virus lo ha colpito, come se se la sia cercata e abbia deciso di infettare tutti.
Perchè agli occhi dei suoi compagni ormai è questo: un untore che ha infettato tutta la classe e ha portato allo stop delle lezioni in presenza a scuola. Su una classe di 27 studenti solo tre hanno preso le difese del compagno, gli altri hanno inveito contro di lui o hanno preferito rimanere in silenzio.
L’intervento della preside
La preside, Maria Francesca Cellai, non appena è venuta a sapere di quanto accaduto, si è subito detta dispiaciuta ed è pronta ad intervenire per punire i colpevoli:
“È un vero e proprio episodio di bullismo. Gesti come questo non possono essere sminuiti e considerati semplici ragazzate, si tratta di reati. Sono sconvolta e dispiaciuta, la scuola deve intervenire al più presto.
Non posso neanche immaginare cosa può aver provato il ragazzo. Si è sentito in colpa, mortificato, annientato dalla cattiveria dei compagni. Per fortuna ha avuto la forza di parlarne con la sorella, la quale a sua volta ha raccontato tutto ai genitori. A chiamarmi, con il cuore in mano, è stata la mamma. Io mi sono vergognata per gli altri miei studenti.
Mi ha colpito il comportamento del ragazzo, che è stato di un’educazione unica nonostante le parolacce che gli sono state scagliate contro. Ha provato a spiegare ai compagni che sarebbe potuto capitare a tutti di prendere il Covid, ma loro in tutta risposta gli hanno detto di non ripresentarsi in classe senza mascherina. Ora lui, comprensibilmente, ha timore di tornare a scuola.
Faccio un appello alle famiglie affinché non sottovalutino la cosa, controllino i cellulari dei figli e imparino a guardarli con uno sguardo oggettivo senza giustificarli sempre. Coinvolgeremo gli psicologi della scuola che parleranno con i ragazzi e spiegheranno loro che le paure per questa nuova malattia vanno elaborate e non buttate addosso al primo che capita.
Poi i docenti affronteranno un percorso di educazione civica in cui si parlerà del rispetto per l’altro. Gli studenti che hanno sostenuto il giovane saranno premiati, mentre gli altri, per punizione, salteranno per un po’ le esercitazioni di cucina. Sospenderli e tenerli a casa non ci è sembrato il provvedimento più educativo”.
Già la situazione è abbastanza critica, non è necessario fomentare l’odio e andare alla ricerca di capri espiatori da incolpare. Continuate a seguirci su SegretoDonna.