Mentre il maltempo imperversa sul nostro Paese e conferma una volta di più l’urgenza di governare la questione climatica con strumenti efficaci e moderni, Parte dalla Sicilia l’attacco del Codacons: il ‘Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici’ (Pnacc) è fermo al 2017 ed è rimasto in un cassetto del Ministero senza mai vedere la luce. Eppure, l’analisi del rischio e le proposte di intervento divise per 18 settori contenute nel documento sarebbero state di grande aiuto per orientare le politiche nazionali in materia. Piano nazionale cambiamenti climatici
Oltre 8 milioni di italiani e il 93,9% dei comuni in zone a rischio dissesto idrogeologico, ma ora nessuno ne parla: chi si assume la responsabilità di approvare il piano? Piano nazionale cambiamenti climatici
In un Paese in cui – stando al rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio” – quasi il 94% dei Comuni è a rischio dissesto, un milione e 300 mila residenti abitano in zone a rischio frana mentre quasi 7 milioni vivono in zone soggette alle alluvioni, un rischio idrogeologico elevato e molto elevato riguarda oltre 565mila edifici, oltre 12mila beni architettonici, monumentali e archeologici sono potenzialmente soggetti a fenomeni franosi e 34mila beni culturali (nello scenario a pericolosità media) sono a rischio alluvioni – le 392 pagine del rapporto, aperto a “consultazione pubblica” e poi di fatto abbandonato, sarebbero state utili e anzi indispensabili, e avrebbero permesso di intervenire prima e con maggior efficacia: eppure, 5 anni dopo, rimangono lettera morta.
Sono (anche) mancanze e omissioni di questo genere ad aver provocato la situazione attuale: ora che l’Italia ha ottenuto la medaglia d’oro europea e il secondo posto al mondo per numero di roghi registrati, tanto per citare un dato che non fa onore al Paese, speriamo che qualcuno nei palazzi della politica se ne accorga una volta per tutte: è senza dubbio ora di mettere in campo tutti gli interventi possibili e le strategie di intervento più efficaci per governare il cambiamento climatico, o l’Italia subirà nel tempo danni e tragedie crescenti.
“Vediamo quale, tra i partiti si prenderà la responsabilità di approvare finalmente il ‘Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici’, magari dopo averlo aggiornato visto che è rimasto tra le scartoffie per anni”, – dichiara il prof. Francesco Tanasi docente dell’Università San Raffaele Roma e Segretario Nazionale Codacons – “Vigileremo sul rispetto di questo impegno, sempre che qualcuno” – in questa campagna elettorale desolatamente povera di contenuti – “se ne assuma l’onere”.