Carissime amiche e amici di SegretoDonna, questa volta per la rubrica Donne Vere abbiamo avuto il piacere di intervistare Paola Mattioli: scrittrice ma soprattutto un’anima bella e intensa, che disarma prepotentemente con la sua dolcezza e fascino. Sin dalle prime battute, infatti, emerge una donna autentica, senza filtri, di chi sa vedere, e soprattutto sentire, nelle mie piccole cose tutta la grandezza e bellezza della vita.
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Chi è Paola Mattiòli?
«Sono nata a bologna sotto la costellazione del sagittario, e sono di origini argentina. Ho trascorso un’infanzia lieta, con i suoi alti e bassi, coccolando il mio bambolotto Andrea dal dolce sorriso. Ero una bimba mite e molto socievole, mangiavo e mi addormentavo sul seno di mia madre. Sono stata sempre molto attratta dalla natura: i paesaggi mi hanno sempre incantata e amo molto gli animali. Presto comprerò, infatti, una tartaruga terrestre che ho già chiamato Speedy Polly perchè parte a razzo!
Mio padre era medico dermatologo, malattie infettive e veneree e psicologo, ma soprattutto era il mio idolo: era un uomo rigido ma sempre di buon cuore. Mi affascinava per come esercitava la sua professione da medico e gli dicevo ‘dai tanto alle persone come medico e ti ammiro’; notavo, infatti, la differenza con gli atri medici e come dava tutto se stesso. Mi occupavo di lui ed era mio compito accoglierlo al ritorno da lavoro, mentre la mamma non mancava di cucinare sempre cose gustose per cena.
Ho una sorella con cui ci assomigliamo dagli occhi, ma siamo molto diverse caratterialmente.
A casa vivevano con noi le nonne – la nonna materna Noemi e invece Ida quella paterna che era un po’ più rigida – sempre in grembiule e dedite a cucinare e cucire ad uncinetto da tipiche romagnole: .
Crescendo la somiglianza con mia madre si è fatta sempre più marcata sia esteticamente che caratterialmente, sempre pronta ad aiutare il prossimo magari con una parola di conforto.
Ho una vera e propria passione per le case, adoro andare per i mercatini alla ricerca di qualcosa per arredare. paola mattioli
La musica è fondamentale nella mia vita: classica, rag, jazz, e in particolar modo il pianonforte è uno strumento che mi emoziona moltissimo.
Amo una vita sana fatta di sane abitudini e credo che il benessere parta dal corpo, dovremmo imparare ad ascoltarlo maggiormente: è il tuo corpo e allora rispettalo! Mio padre diceva sermpre prevenire è meglio che curare.
Impazzisco per la piadine con lo speck o col crudo, e la rucola».
Sensibile, spontanea e con l’innata capacità di far sorgere un autentico sorriso a chi ti conosce. Cosa porta nel cuore Paola?
«Amo la vita e stupirmi ogni volta: sono felice quando guardo il cielo blu che mi incanta sempre; un po’ meno invece la pioggia magari guardando altrove perchè mi spaventano i lampi
Mi piace molto La cittadella (miniserie TV del 1964) con Alberto Lupo che mi riporta in mente mio padre, anche lui un uomo dall’anima meravigliosa, una persona di cuore».
Come nasce l’amore per la scrittura? E per la poesia?
«Nasce da bambina imparando le poesie a memoria come faceva mio padre: era, infatti, molto bravo a recitarle cambiando il tono, con le pause giuste, e ho preso molto da lui. Lui mi ascoltava sempre con attenzione, incoraggiandomi.
Sin da ragazza ero brava nei temi, ricordo ancora un tema sull’autunno che stupì molto la mia insegnante a 12-13 anni: le foglie che cadono e poi muoiono lasciando gli alberi privi dei loro abiti, perchè non gli diamo una coperta? Ogni foglia fa una danza cadendo e tutti poi la calpestano, ma come faranno gli alberi ad affrontare l’inverno? Ancora oggi soffro nel vederli nudi.
A 20 anni ho scritte le mie prime poesie su un libretto verde che poi ho ritrovato e continuato a 40 anni attirata dallo studio di mio papà. Ho frequentato il laboratorio di parole al Pilastro di Bologna, nasco come poetessa ma ho voglia di testare anche altre cose, tutto nasce dalla pancia.
Ogni libro segue un percorso interno di preparazione ed evoluzione che devo seguire, come una piantina che cresce. paola mattioli
Il mio primo libro di poesie ‘Vorrei…’ è una raccolta dai 20 ai 40 anni con i disegni di Roberta Dallara, tutto in bianco e nero: le prime più introspettive sulle emozioni, la solitudine e paesaggi per poi evolversi concentrandosi sugli affetti e i ricordi.
‘Aldilà del cielo’, è il mio secondo libro di poesie suddiviso in 3 parti illustrato sempre da Roberta Dallara: amore, ritratti e natura.
‘A piccoli passi’, nei versi di questa raccolta sono racchiuse esperienze nate da visioni di luoghi e città, da conoscenza di voli di uccelli e di linguaggio dei fiori, fatte di capacità di ricordare il passato, di ritornare all’infanzia, sognare davanti al mare, indignarsi per le ferite inferte da questa società ai più deboli: sulle donne, la differenza fra ascolto e sentire, inquietudini, abbracci e sorriso, sugli anziani, sull’anima.
‘Viera. Un’italiana del ’23’ è un racconto storico vero durante la seconda guerra mondiale in cui mia madre ancora fanciulla ha realmente salvato la vita a 7 persone con alcuni stratagemmi. È lei in copertina all’età di 5 anni».
Il tuo libro “Viera ricette e proverbi romagnoli – Antipasti e primi” di cosa tratta?
«È dedicato a mia mamma e al suo libro di ricette, in cui traspare tutto il suo amore per la cucina e di quel che aveva vissuto durante la guerra. È stata una donna sempre molto originale e tra quelle pagine aggiungeva commenti, note dettagliate sui piatti, occasioni in cui usarli e tanti consigli. Non è solo un libro di ricette, ma anche storico e culturale: 3 libri in 1.
Inizia con una dedica, poi la foto, e prima di iniziare con le ricette ‘chi non mangia è mangiato’ una descrizione del popolo romagnolo, come mangia e cosa gli piace mangiare con le sue tradizioni: per i romagnoli l’ospite è sacro!
Pranzi di natale, matrimoni, con ricette ben precise anche per la nascita di un figlio. L’importanza della ricorrenze e poi – la caveja – il simbolo della romagna utilizzata per le feste: il termine proviene dalla tradizione contadina, ed indica un’asta di ferro battuto terminante in alto in una piastra (“pagella”) decorata con anelli e immagini allegoriche.
I vini, e come servirli a tavola: il secco, il passito, il sapore, il gusto, la corretta gradazione, etc.. Gli appassionati di libri prendono spunti dal mio libro perchè ricchi di descrizioni dettagliate.
E poi si gli antipasti, gli ingredienti, e curiosità finali.
Chiaramente non poteva mancare la piadina e piccole curiosità come la dedica del Pascoli ‘un foglio grande come una luna’. E ancora proverbi romagnoli con la loro traduzione. con racconti inediti e curiosità che nessuno conosce legati alle ricette.
Altra particolarità e tagliatelle col ragù, così chiamate per i lunghi capelli d’oro di Lucrezia Borgia a tavola dai Bentivoglio nel 1487. Mia madre era, infatti, molto legata ai proverbi e alla sua romagna
soprattutto all’importanza del mangiare: ascolto, accoglienza e la condivisione del cibo per aiutare la persona più fragile, e condividere, non solo a parole ma coi fatti».
In una società totalmente asservita all’apparire, quale è il tuo rapporto coi social? paola mattioli
«Sono molto interessanti per lavorare e farmi conoscere. Ho i miei fan non solo per i libri in se, ma anche e soprattutto come persona: mi fanno, infatti, spesso domande e mi chiedono consigli per risolvere i propri problemi. Mi piacciono molto ma la vita non sono i social.
Vado dritta per la mia strada per come mi hanno insegnato i miei genitori, non mi sono mai legata a gruppi, seguo me stessa e il mio istinto.
Sono stata sempre in disparte, non perchè contraria a chi segue le masse, ma perchè scelgo io cosa fare per me stessa.
Per me Paola basta e avanza, non ho mai comprata una borsa firmata in vita mia, nè capi firmati addosso. Seguo semplicemente i miei valori».
Hai un desiderio che magari vuoi condividere con noi?
«Il mio desiderio è l’invito a tutti ad imparare ad accettarsi per come si è fatti nel bene e nel male, perchè ogni aspetto positivo e negativo della vita serve per conoscerci; stiamo, invece, alla larga da chi non ci ama perchè non possiamo piacere a tutti. Impariamo piuttosto a costruire il proprio giardino, scegliendo con cura le persone con cui stare senza dover piacere agli altri. Impariamo ad amare noi stessi perchè i difetti non esistono».
Quali sono i progetti futuri di Paola Mattioli?
«Uscirà l’autunno prossimo un nuovo libro di poesie dove le persone potranno conoscere veramente la mia anima: le mie certezze, incertezze, tematiche come femminicidio, storia, cultura, e molto altro.
E poi ancora un’altra piccola indiscrezione, uscirà il film ‘Viera.Un’italiana del 23” dove mi occuperò della sceneggiatura».
Cosa significa per te essere una Donna Vera? paola mattioli
«Accettarsi per quello che si è, amarsi coi propri pregi e difetti, perchè ognuno di noi è semplicemente unico!
Avere la forza di affrontare la vita anche e soprattutto nei momenti difficili. E ogni tanto ricordiamo di prenderci una pausa e di coccolarci come avessimo una bambola, come faceva la nostra mamma».
Cari lettori giunge a termine la nostra intensa chiacchierata con Paola e al suo mondo lasciando un po’ di amaro perchè è finito tutto troppo presto, ma sicuri che farà presto riparlare di se sulle nostre pagine.
Per chi volesse seguirla sul web e sui social ecco alcuni link:
SitoWeb – www.lepoesiedipaolamattioli.it
Instagram – www.instagram.com/paolamattiolipoetessa
Facebook – www.facebook.com/paola.mattioli.351
YouTube – www.youtube.com/@PaolaMattiolipoetessa
Per chi volesse acquistare il suo ultimo libro:
Vieira ricette e proverbi romagnoli
Lasciate un vostro commento e alla prossima!