Tra arte e scrittura
Martina, parlaci un po’ di te. Chi sei e quali sono le tue passioni più grandi?
Credo di essere una pennellata blu, blu impressionista che a volte dice troppo… altre troppo poco. Sono un essere umano che respira al ritmo del mare e col ritmo del mare… trascinato dalle maree che inevitabilmente investono la vita. Imparare, imparare, imparare… Sono molto curiosa, e penso che un caldo Earl Grey, una passeggiata sulla sabbia con “Moon River” alla maniera di Frank Sinatra, un quaderno e la mia famiglia, corredati da una sana dose di arte giornaliera, rappresentino un perfetto connubio per la mia vita.
Quando ti sei accorta del tuo talento per la scrittura?
A cosa ti ispiri quando scrivi i tuoi libri?
A breve presenterai il tuo nuovo libro. Cosa puoi raccontarci di questa tua creazione?
L’opera presenta dei caratteri nettamente differenti dai precedenti. Ognuno di essi è una nuova vita che nasce. “L’ultima asta irlandese” è la storia di un viaggio, “.. una di quelle storie che non si raccontano ad alta voce e vengono messe in scena al teatro. È una di quelle storie che si leggono con la luce fioca della notte”. Questo romanzo è la storia di quanto possa essere sconvolgente e rivoluzionaria la vita: un quadro, un omicidio, una città.
Progetti futuri e sogni nel cassetto?
Cosa vuol dire per te essere una Donna Vera?
Una Donna Vera per me vuol dire essere una madre attenta e che preferisce giocare con le macchinine piuttosto che lucidare l’argenteria; vuol dire avere un gran coraggio e lasciare che a volte siano gli altri a condurti per mano, e non fare sempre la “primadonna”; vuol dire essere capaci di osservare un dipinto ed essere mossi a commozione senza alcuna vergogna; vuol dire innamorarsi dei giorni, e non aspettare che il tempo passi.
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