Lupin the IIIrd: Chikemuri no Ishikawa Goemon è infatti il titolo del mediometraggio, uscito in Giappone lo scorso febbraio. lupin fujiko hentai
Presentato al Future Film Festival, l’ultimo film d’animazione della saga del ladro gentiluomo. Questa volta però il tono è tutt’altro che pop: l’ambiente è sangue, hashish e whisky
A cinquant’anni esatti dalla nascita del manga Lupin III, per mano di Monkey Punch che lo ha immaginato e disegnato per la prima volta nell’agosto del 1967, il regista e sceneggiatore Takeshi Koike completa il suo excursus personale con un film dedicato a Goemon, l’imperscrutabile e infallibile samurai che accompagna e protegge il ladro gentiluomo. lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai lupin fujiko hentai
Lupin the IIIrd: Chikemuri no Ishikawa Goemon è infatti il titolo del mediometraggio, uscito in Giappone lo scorso febbraio e première al Future Film Festival di Bologna (2-7 maggio), con cui il regista si sofferma sull’ultimo dei protagonisti della saga, dopo aver disegnato gli episodi (e averne diretto qualcuno) della serie tv dedicata a Fujiko, Lupin III.
La donna chiamata Fujiko Mine e dopo l’altro mediometraggio che l’ha impegnato come regista nel 2014, su Jigen, Lupin III: La lapide di Daisuke Jigen.
La versione internazionale del titolo del film è Lupin the IIIrd: The Blood Spray of Goemon Ishikawa che potrebbe essere reso in italiano come Pioggia di sangue per Goemon.
Con Takeshi Koike si torna alle ambientazioni e alle caratterizzazioni originali di Monkey Punch, di fatto autore di cinema d’animazione giapponese per adulti.
TORNA LA SENSUALITÀ
Si torna quindi alla violenza, alla sensualità quasi erotica e a un realismo che si erano un po’ persi tanto negli adattamenti televisivi del manga, quanto in quelli cinematografici, compreso quello bellissimo di Miyazaki, Il Castello di Cagliostro, che però tra principesse, castelli e mare aveva quasi più del mondo di Miyazaki che di quello del discendente di Arsenio Lupin e l’ultimo, il primo live action dedicato a Lupin, uscito in sala lo scorso anno con linguaggio e immagini molto più puliti.
Invece, come la serie su Fujiko che racconta, come uno spin-off, le avventure dell’eroina e gli eventi che l’hanno portata a incontrare Lupin e i suoi, e il film su Jigen che si può considerare il sequel di quella serie e che è incentrato sullo scontro tra Jigen e un altrettanto infallibile cecchino, Yael Okuzaki, per stabilire chi è il tiratore migliore al mondo, anche The Blood Spray of Goemon Ishikawa abbandona l’immagine pop e addolcita di Lupin a favore di un’ambientazione cupa e cruda.
Troviamo, ad esempio, Fujiko che fuma hashish da un bong, che sembra simulare un orgasmo quando Lupin le fa un massaggio alla schiena o lo stesso Lupin, occhi rossi, che beve whisky Glen Keith.
E poi risse, combattimenti e sangue, naturalmente che schizza alla Tarantino da braccia, mani e brandelli di pelle recisi.
STORIA
La storia di Goemon si inserisce naturalmente dopo quella di Jigen che richiama pure nella struttura: cinquanta minuti totali divisi da un intermezzo che separa due parti della storia comunque collegate. Il XIII discendente del leggendario Ishikawa Goemon, un guerriero ninja che rubava oro e preziosi per darli ai poveri, viene ingiustamente accusato di non aver difeso il suo padrone, capo di un’organizzazione criminale, morto su una nave in seguito a un incendio.
A Goemon vengono dati tre giorni per uccidere chi ha provocato l’incendio, il cosiddetto “Spettro delle Bermuda”: un omone gigante, barbuto, che combatte con due asce e che era in realtà un soldato.
Il primo incontro tra Goemon e il gigante dalla forza e dai riflessi straordinari (che faranno esclamare a Lupin: “sembra abbia dei superpoteri”) è drammatico per il samurai: Hawk arriva quasi a distruggere la katana e a uccidere Goemon, salvato e portato via dai compari.
CONCLUSIONI
Un film, Lupin the IIIrd: Chikemuri no Ishikawa Goemon (The Blood Spray of Goemon Ishikawa), per festeggiare un compleanno di uno, anzi di tre, che c’è da scommettere non invecchieranno mai.
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