Si chiama Deborah Simeone e da un po’ di tempo gestisce la pagina Facebook Distorted Fables che conta più di 84.000 likes. Ha tante passioni e hobby come tante ragazze della sua età ma ha trovato un modo per distinguersi. intervista Deborah Simeone
Delle esperienze le hanno fatto capire che era giunto il momento di scrivere una storia, un racconto diverso, una favola che ha un C’era una volta ma i protagonisti non sono principesse e principi con un bel lieto fine. Questo racconto insolito è da poco diventato un libro intitolato Distorted Fables il quale narra la storia di Rebecca, un’ inconsueta e imperfetta principessa dei giorni nostri.
Il suo libro ci ha particolarmente colpito per la sua originalità e per questo le abbiamo posto qualche domanda…
Ciao Deborah, parlaci un po’ di te…
Ciao. Non amo raccontarmi o presentarmi perché conduco una vita abbastanza ordinaria, per questo motivo preferisco scrivere, raccontare una trama, inventare personaggi. Mi sveglio presto, mi reco al lavoro e poi cerco di staccare per fare qualcosa di completamente diverso, pur che non sia lavoro-casa, nonostante ciò, non amo la movida serale, da adolescente ci ho provato ma non ha funzionato. Amo però il sushi, i gatti, i trucchi, i videogames, le serie tv. Insomma son un mix di hobby.
Come e quando è nata l’idea di aprire una pagina Facebook?
Non c’è un evento in particolare. Ho sempre scritto su qualunque piattaforma mi trovassi, ho pensato quindi che una pagina potesse fare al caso mio. Notavo che molte pagine scrivevano di un amore stucchevole e non mi ci riconoscevo, io volevo invece qualcosa di diverso, di più crudo e reale.
Volevo donne forti. Donne indipendenti. Delle antieroine.
Fondamentalmente volevo leggere qualcosa nel quale mi rispecchiassi e allora me lo sono scritto.
C’è stato un episodio in particolare in cui hai detto “voglio essere una scrittrice”?
Forse dopo aver scritto il primo libro, ma mai prima di quel momento. La parola scrittrice poi è esagerata e non la userei su di me per definirmi o sognare di esserlo. Bisogna fare i conti con la realtà.
Non riuscirei mai a fare la scrittrice per mestiere per vari motivi. Stare al pc per ore mi stanca. Scrivo solo se sono ispirata, se davvero credo in ciò che sto facendo e se c’è qualcuno che mi sprona. Sono lenta. Non riuscirei a tirare fuori dal cilindro una volta all’anno un libro e quindi non potrei campare di questo.
Diciamo invece che dopo il primo libro mi sono accorta, una volta finito, che mi è piaciuto tantissimo e mi piacerebbe ripeterlo, allo stesso tempo mi ha fatto comprendere che non potrei fare solo questo.
La scrittura svuota, stressa e fino a quando non vieni pubblicato continui a pensare “non piacerà”, poi però quando vedi il tuo libro nelle librerie pensi che ne è valsa la pena e allora vorresti riprovare.
Insomma ho un rapporto amore/odio verso questo mestiere. Diciamo che vorrei essere una persona che scrive fra un momento e l’altro, più che un lavoro vorrei che la scrittura fosse la mia oasi.
Come nasce il titolo Distorted Fables?
Nasce dal fatto che ero stanca dei felici e contenti, desideravo una favola distorta, con finali alternativi. Nel libro questo titolo rappresenta un personaggio di nome Crimilde, non è una principessa ma una valchiria. Lei è l’insieme di “distorted fables”.
Quali sono i punti in comune tra te e la protagonista del racconto Rebecca? Quali invece le differenze?
Sicuramente il lavoro che facciamo: portineria, il piacere del caffè, la perdita di un’amica, il sarcasmo.
Per il resto Rebecca è Rebecca. Io non sono così chiusa come lo è lei. Al contrario di me, Rebby quando viene lasciata si rinchiude in una bolla, io invece penso che la cosa migliore sia gettarsi a capofitto nella vita, nei propri interessi, nelle passioni e fare nuove conoscenze. Rebby invece si è rinchiusa volontariamente in una torre.
Inoltre è molto negativa verso il suo lavoro e anche un po’ “viziata”, i lavori poco belli sono altri e non il suo o il mio. Ma appunto, non volevo una protagonista dolce, carina e altruista, doveva avere i suoi difetti e migliorarli.
Com’è cambiata la tua vita dopo la pubblicazione del libro?
In nessun modo. Ma questo è positivo. Io sono “nata” da facebook, quindi ero abituata ad interagire con le persone tramite posta, sono diventate di più, e anziché parlare dei monologhi si parlava del libro. Indubbiamente fa un certo effetto entrare in libreria e vedere il proprio, ti fa pensare a tutte quelle volte in cui nessuno ha creduto in te o addirittura ti ha denigrato, e invece lì c’è il tuo libro come per dirti che si sbagliavano.
È stata una rivincita verso queste persone.
Il tuo libro è principalmente incentrato sulle donne, come pensi che sia cambiato il nostro ruolo all’ interno della società?
È cambiato indubbiamente con i suoi pro e contro. Io credo che man mano migliorerà sempre più. Per farti un esempio, restando sul tema delle favole, anni fa, raccontavano di principesse che venivano svegliate con un bacio da dei principi, ora invece abbiamo anche solo protagoniste singole (come merida di the ribelle o Vaiana di oceania) che affrontano intere avventure da sole, o principesse a cui non importa avere un principe ad ogni costo (Elsa di Forzen).
Queste nuove principesse si stanno svegliando ma non grazie a degli uomini, vogliono di più, cercano il loro posto, hanno passioni, creano legami d’amicizia e non solo d’amore. Io credo che i cartoni della Disney siano una sorta di specchio che cerca di stare a passo con i tempi.
Possiamo dire che il tuo personaggio nasce dal web, quanto è importante ai giorni nostri questo mezzo per farsi conoscere?
Molto.E’ un nuovo marketing e una piattaforma per farsi pubblicità.
Io però ammetto di non averci pensato troppo, perché se si incomincia a riflettere “ se scrivo questo post avrà un sacco di riscontro“, è la fine.
Scrivete quindi quello che volete. Quello che provate in quel momento, senza preoccuparvi troppo dei “mi piace”. Non diventate un personaggio, perché i personaggi dopo un po’ stufano, la gente tifa per le persone non per le maschere.
Io sono contenta di essere rimasta una persona e sono lieta quando mi scrivono “ma anni fa la pensavi diversamente “ ma menomale.
Sarete conosciuti quando non vorrete piacere a tutti.
Cosa stai preparando in questo periodo, quali sono i tuoi progetti?
Direi superare la prova maglietta per questa estate. Ah ah ah!
Oltre a questo ho in cantiere l’immane fatica di risparmiare qualche soldino e potermi trasferire/convivere e partecipare ad un corso di make up per diventare MUA.
Nel frattempo sarà inevitabile per me buttare giù una seconda storia perché è da un mesetto che mi ronza nella testa e vuole essere scritta, sta combattendo contro la mia pigrizia, le mie paure e dubbi, vedremo.
Cos’è per te una donna vera?
Per me non ci sono donne vere o false, ma deboli e forti e vorrei che quelli deboli diventassero forti.
Vuoi regalarci una tua perla? Un aforisma o una frase che ti rispecchi?
Avrei potuto metterne una più seria, ma questa mi rappresenta al meglio.
– Sei innamorata?
– Alle volte ho delle palpitazioni.
Ma credo sia perché bevo troppo caffè.