Chi è la counseling, scrittrice, giornalista e di origini catanesi Giusy Cantone? Giusy Cantone
Adoro presentarmi con una frase, rivisitazione pirandelliana: “Io sono, una, nessuna e centomila. Sono semplicemente ciò che tu vuoi che io sia. Me stessa: Giusy”.
Nel bene e nel male, io sono io. Sono uno dei pochi volti che incontrerai nella vita in mezzo a tante maschere. Sono una donna siciliana, controcorrente e irriverente, di adozione romana e cittadina del Mondo per scelta. Direi, pre-Covid, una vera globe-trotter a cui non è stato mai regalato nulla. Una donna oggi giramondo, andata presto via da casa senza avere alcuna visione della vita.
Cosa stai volendo dire tra le righe, facci comprendere com’eri e come sei diventata la Giusy di oggi?
Sono nata e cresciuta in una famiglia borghese molto patriarcale. Non esagero quando dico di aver portato le stimmate della sofferenza dell’essere nata per errore e pure femmina. Mi sono liberata con grande fatica e forza di volontà dal fardello culturale del non poter fare o dire. Ho vissuto la mia adolescenza da sottomessa per poi, com’è spesso prevedibile, ribellarmi senza avere gli strumenti per poter spiccare il volo. Sono passata non a caso, come si suole dire, dalla padella alla brace. Il mio aver precorso i tempi mi ha portato all’inizio a compiere scelte direi seppur quasi obbligate sbagliate, ma è tutto cambiato dal giorno che ho trovato la forza di prendere in mano davvero, da sola, la mia vita. Dopo aver rinunciato ai legami familiari disfunzionali è stato un fiorire di passioni, interessi, obiettivi e traguardi da raggiungere. Oggi posso ben dire di aver rovesciato il tabù culturale essendo la prova provata che tutto si può fare quando hai volontà e tenacia. I sacrifici ripagano se credi in te stessa e hai imparato a non lasciarti raccontare più le storielle da nessuno. Sono peggio di San Tommaso e considerata anche “pericolosa”. Giusy Cantone
Come hai fatto a non mollare e perché saresti pericolosa?
Per gli uomini, ancor più oggi nell’era delle pari opportunità e delle rivendicazioni salariali e professionali, una donna che pensa, si confronta e discute a ragion veduta, è più che un pericolo. Nel profilo Facebook sotto il mio nome riporto “Amami e vivremo il Paradiso in Terra. Tradiscimi e finirai i tuoi giorni all’Inferno”. È un simil avvertimento che, come detto anche sopra, mette in chiaro che dipende solo da te il mio essere Giusy nei tuoi confronti. A scanso di equivoci, io reagisco ai torti guardando avanti e voltando pagina. Non perdo tempo dietro le falsità, le bugie, né ambisco mai alla vendetta. Ritengo che il tempo sia il più affidabile maestro di vita, dà tutte le risposte e mette ognuno al proprio posto. Dal canto mio, io coltivo solo l’arte di non dimenticare. Esorto spesso, durante le consulenze, chi ha sofferto di fare altrettanto. Non dobbiamo avere paura di girarci all’indietro perché ciò che siamo oggi lo dobbiamo a tutte le lacrime, ai tradimenti e gli abbandoni subiti, alle cadute e, soprattutto, a chi ci ha negato la mano. Proprio così. Io sono molto riconoscente a tutte le persone che mi hanno fatto del male, e credimi non sono poche, perché mi hanno dato l’opportunità di poter scegliere di non essere come loro. Si può conoscere il vero bene solo dopo aver vissuto il male.
Dalle tue parole si evince una grande sensibilità interiore e una spiccata predisposizione al bene, nonostante le vicissitudini che hai dovuto affrontare, dove trovi questa forza?
Nella mia stessa fragilità. Nell’accettare di essere come un bicchiere di cristallo e non una fortezza inviolabile. Nell’umiltà di stare ancora in piedi nonostante gli innumerevoli urti, abbandoni e gli attacchi miranti a frantumarmi. Io sono ancora qui, come direbbe Vasco “eh già”, ho avuto solo la follia di voler tentare il mio volo. Nella vita devi avere te stessa, determinazione e tanta volontà. Alle donne, che mi seguono e vedono come esempio, ripeto sempre di non piangersi addosso e non cercare la compassione di nessuno. Siamo state fin troppo illuse dall’idea del Principe Azzurro e dell’esistere solo se a fianco ad un uomo, che mira poi solo a cambiarti. Uomini e donne in questo millennio soffrono di un individualismo patologico figlio dell’assenza di sana autostima. Bisogna liberarsi della paura dell’altro perché gli altri sono il nostro specchio. Da quel che viviamo ai nostri giorni c’è ben poco di cui andare fieri e gioire. Viviamo uno sbando epocale di valori che ci sta portando, non a caso, a rinnegare la natura e lo stesso genere umano. Siamo a rischio estinzione.
Cosa ti fa più paura di questa società?
Mi spaventa l’ignoranza dei non analfabeti e l’astrusa idea di voler vivere senza limiti. Oggi la scolarizzazione ha creato i tuttologi del nulla. Il Covid ci ha messo di fronte a diversi paradossi e alla paura della morte. Come ha ben detto Piero Angela, “nella scienza le opinioni non contano. La scienza è quel che si sa e non il contrario”. Eppure, ad avere la meglio è sempre la strumentalizzazione della realtà per dirigere le opinioni della massa. Con il Covid stiamo vivendo il fallimento della globalizzazione e accertato quanto di superfluo abbiamo nella quotidianità. Stiamo pagando la sete smisurata di un progresso che non è più evoluzione. La riprova è il crollo dei valori fondamentali, il diniego dei sentimenti, il narcisismo e tutto ciò che per moda, non avendo spiegazione, definiamo fluido.
Nei tuoi libri tratti temi sociali che spaziano dalle dipendenze con e senza sostanza, agli squilibri familiari, i disturbi di personalità e le relazioni di coppia, quanto è difficile parlarne?
Molto. Viviamo nell’ipocrisia dilagante. Io non mi adeguo e continuo la mia battaglia alla riscoperta dell’essere umano. Ho osato dare un nome alla modernità liquida di Bauman, in “Figli di Genitori dall’Anima Bastarda” racconto quella che è per me la società dei liquami. La famiglia è origine di tutti i disturbi, delle dipendenze e della costruzione di personalità instabili e fluttuanti che per paura di vedere sé stessi vivono nella continua decomposizione, ignorando che il peggior nemico di te stesso sei tu. Per questo le relazioni sono qualcosa da cui scappare, il sesso occasionale invece quanto necessario a renderci ganzi, liberi e moderni, mentre qualsiasi impegno o dovere è inteso come una violazione della libertà. Nel libro “Il Partner Giusto” contro ogni pregiudizio, non a caso metto di fronte a tutte le pseudo definizioni di situazioni sessuali, e non sentimentali, che generano ancora più solitudine in una società che, oggi più che mai, necessita invece di esseri umani pronti a investire nel costruire un percorso di condivisione e aiuto reciproco. L’amore, purtroppo, è sempre più un’utopia e il male di vivere che racconto in “Nell’Oscurità dell’Anima” non è legato all’uso dilagante solo degli stupefacenti ma al vuoto e alla voragine che crea l’assenza di Amore. Non a caso i sintomi postumi dell’astinenza di un tossicodipendente sono paragonabili a quelli che vive chiunque abbia subito una delusione amorosa, un lutto o un abbandono. In questo tutto il Mondo è Paese.
Cosa consigli in qualità di counseling e come immagini il futuro?
Consiglio di effettuare quello che io ho definito il “percorso dell’io”. È necessario scavare dentro le nostre ferite infantili, liberarsi e spezzare le catene familiari e ancestrali per realizzare un sano amor proprio che diventi monito per amare anche gli altri. Alle donne ripeto sempre che si è vittime nella stessa misura del carnefice. In quanto vittime-artefici consentiamo noi l’abuso, la violenza e la sopraffazione. Nessuno può farti del male, infatti, se non sei tu a permetterlo. Bisogna denunciare e allontanare. Sempre. Sia esso un familiare, un compagno o un amico. Giusy Cantone
Il futuro? Dopo l’esperienza Covid ho deciso di smettere di togliere tempo al presente per pensare al futuro. Vivo l’oggi come fosse l’ultimo giorno nella consapevolezza che del futuro non v’è certezza. Vi invito a seguire le mie pagine Facebook e Amazon. Giusy Cantone