Care amiche e amici di SegretoDonna, un indomabile Mario Giordano stasera 18 gennaio 2022 a Fuori dal Coro, il celebre programma in onda su Rete 4 ogni martedì sera e non le manda di certo a dire. «Io credo che un ministro che viene accusato da un sentenza di un tribunale di avere impedito ai medici di fare il proprio mestieri, ebbene, questo ministro non può più essere il ministro della Salute, è un pericolo che sia ministro della Salute una persona che per una sentenza del tribunale ha impedito ai medici di fare il loro mestierie» con queste parole il noto giornalista invita Speranza alle dimissioni. Giordano contro Speranza
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Qualche giorno fa il Tar del Lazio ha accolto un ricorso del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, firmato dal presidente e avvocato Erich Grimaldi e dall’avvocato Valentina Piraino, annullando la Circolare nella parte in cui prevede la “vigilante attesa” nei primi giorni della malattia e pone indicazioni di non utilizzo di farmaci: «si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale».
Si annulla così la Circolare del Ministero della Salute aggiornata al 26 aprile 2021, nella parte in cui, oltre a prevedere la vigilante attesa nei primi giorni d’insorgenza della malattia, pone anche indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente usati dai medici di medicina generale per i pazienti Covid.
Per il Tar, «in disparte la validità giuridica di tali prescrizioni, è onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito. La prescrizione dell’AIFA, come mutuata dal Ministero della Salute, contrasta, pertanto, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo, l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia, come avviene per ogni attività terapeutica».
La conclusione è che «il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico dalla scienza e dalla deontologia professionale».
Il commento dell’avvocato Grimaldi: «le linee guida ministeriali vincolano i medici di medicina generale alle eventuali responsabilità derivanti dalla scelta terapeutica. In questo modo, però, si privano i cittadini delle cure domiciliari precoci, paralizzando la sanità territoriale e portando al collasso il sistema ospedaliero».