Care amiche e amici di SegretoDonna, il Dipartimento della Difesa americana che ha riconosciuto l’importanza delle cure del medico italiano Giuseppe De Donno l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Un parere condiviso anche dai National Institutes of Healt (Nih), agenzia governativa che si occupa di ricerca in ambito sanitario. de donno cura
La scorsa estate De Donno si è tolto la vita il 27 luglio 2021 e in tanti si erano scagliati contro la sua professionalità e le sue cure. Ora, invece, la figura del medico Giuseppe De Donno sta andando incontro a una vera e completa riabilitazione a tutti gli effetti grazie agli studi provenienti dagli Stati Uniti. La sua intuizione di utilizzare il sangue “convalescente”, di pazienti in via di guarigione, per trattare i malati di Covid in una anche delle fasi più complicate. Il medico sosteneva di essere riuscito a curare il 90% dei pazienti trattati grazie alle sue intuizioni, ma era stato vittima di violentissimi attacchi mediatici, in un’Italia in cui il vaccino era (ed è tutt’ora) l’unico strumento possibile da impiegare contro il Covid, guai chi si azzarda a mettere in discussione questo passaggio.
Patrizia Floder Reitter sulle pagine de La Verità ricorda le parole De Donno del 2020: «La terapia funziona e costa pochissimo. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma». Lo studio americano, fresco di pubblicazione sul The New England Journal of Medicine, è arrivato alla conclusione che «tra i partecipanti, pazienti affetti da Covid-19, la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgere dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale». de donno cura
La ricerca sostiene che, al contrario dei monoclonali che sono costosi da produrre e richiedono tempo, il plasma «non ha limiti di brevetto ed è relativamente poco costoso, perché molti singoli donatori possono fornire più unità». de donno cura