Dall’inizio del mese di marzo, l’Italia sta subendo una lenta e lacerante paralisi. Lo scoppio della pandemia, la chiusura di alcune attività prima e il lockdown totale dopo, hanno mandato in tilt un sistema di per sé fragile, che già arrancava per innumerevoli ragioni.
Così, adesso non è solo la paura del contagio a preoccupare gli italiani ma anche il blocco in ambito lavorativo. Stare a casa di certo limita la diffusione di Covid-19, ma significa anche non recepire denaro. Condizione soggetta a facili degenerazioni, data l’instabilità economica di un popolo di disoccupati e lavoratori in nero, che adesso rischia di andare incontro alla fame.
E non per fare dei facili allarmismi.
Semplicemente, non è possibile andare avanti per mesi senza uno stipendio e senza aiuti dal governo, sussidi – tra l’altro – promessi ma mai giunti a destinazione.
Sì, perché dei millantati 600 euro mensili sembrerebbe non esserci traccia. Coronavirus mancanza sussidi
L’Italia della menzogna, schermata dalla burocrazia
A gran voce, il governo ha promesso un sussidio di 600 euro mensili per tutti coloro che si trovano in difficoltà a causa della pandemia.
Ma tale somma di denaro, a oggi, sembrerebbe non essere ancora arrivata nelle tasche degli italiani.
Tralasciando per un attimo le difficoltà riscontrate dagli utenti nell’erogazione della domanda e i severi requisiti per ottenere l’idoneità, fonti ufficiali hanno dichiarato che solo il 60% dei richiedenti riceverà quanto promesso.
Le aziende, invece, prima di potere beneficiare della misura dovranno essere monitorate per mesi.
Fuori dai confini del nostro Stivale, però, la situazione sembrerebbe essere differente.Coronavirus mancanza sussidi
Sussidi record in America e in Germania, ma non solo
Trump ha letteralmente messo in tasca ai suoi cittadini generose somme di denaro. Fino a 1200 dollari a testa, più 500 per ogni bambino, a cui si aggiungono gli interventi diretti a favore delle imprese e gli stanziamenti rivolti agli ospedali.
Anche in Germania sembrerebbero cavarsela meglio che in Italia: “Si parte da una base di 5mila euro, e c’è la possibilità di richiederne ulteriori 9mila, fino ad un massimo di 15mila euro per le aziende che hanno da 6 a 10 dipendenti” dichiara Roberto, imprenditore italiano trapiantato a Berlino.
“Dopo 24 ore dalla presentazione della domanda” – continua – “l’importo, nel mio caso 10mila euro, è stato accreditato direttamente sul conto corrente della società, e questo ci ha permesso di far fronte a tutte quelle spese che altrimenti non avremmo potuto sostenere”.
In Svizzera le aziende che fatturano fino a 5 milioni di euro l’anno possono richiedere un credito di 500.000 franchi in 10 minuti e a tasso zero.
In Inghilterra il pagamento dell’IVA è stato rinviato al 31 marzo 2021, e le richieste di finanziamenti sono veloci e super smart.
Nulla a che vedere, insomma, con la situazione italiana.
E voi, care lettrici, cosa pensate di quanto sta accadendo?
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