La curva dei contagi sempre in crescita – con un rt pari a 1,5, oramai non lascia altra alternativa che ricorrere a misure sempre più restrittive. Questo è quello che il premier Giuseppe Conte si è visto costretto a fare con il nuovo dpcm del 25 ottobre, in cui sono state illustrate misure ancora più dure che sono andate a colpire alcune categorie di lavoratori. Antonino Cannavacciuolo coronavirus
Perchè si, purtroppo bisogna guardare anche all’altra faccia della medaglia! Se da un lato le scelte prese cercano di contenere l’espansione del virus, dall’altra parte vanno a penalizzare chi cerca di fare il proprio lavoro per guadagnare e andare avanti.
Per il momento le categorie più colpite sono cinema, teatri, palestre, centri benessere e termali che sono costretti a chiudere i battenti per (solo?) un mese. Ma ci sono anche bar e ristoranti che non sono del tutto chiusi, ma possono rimanere aperti fino alle 18, tranne per il servizio di asporto e domicilio che può continuare fino alle 24.
Dura è stata la reazione di baristi e ristoratori al nuovo dpcm che, dopo aver affrontato ingenti spese per mettere i loro locali in sicurezza con tutte le norme previste, li ha costretti ancora una volta a farne le spese.
L’indignazione di Antonino Cannavacciuolo per la sorte dei ristoratori Antonino Cannavacciuolo coronavirus
Ma il decreto non fa distinzioni e colpisce tutti senza nessun tipo di privilegio. Proprio come è successo allo chef Antonino Cannavacciuolo e al suo ristorante Villa Crespi che, dopo aver messo in atto tutte le misure di sicurezza, rischia di chiudere un’altra volta.
Proprio lo chef Cannavacciuolo si è fatto portavoce di tutta la categoria dei ristoratori, esprimendo la sua indignazione di fronte a queste nuove misure e guardando all’ipotesi di una chiusura totale con un secondo lockdown:
“A questo punto non ci si doveva nemmeno arrivare. Noi ristoratori da maggio abbiamo rispettato tutte le leggi, ridotto i coperti, distanziato, riaperto in sicurezza e ora rischiamo di dover chiudere di nuovo? No, non ce lo meritiamo proprio.
Ora anche qui da noi, come già in Lombardia, i clienti dovranno arrivare e andare via mezz’ora prima del solito. Ci organizzeremo come abbiamo sempre fatto. Intanto già da prima, anche per far sentire al sicuro i clienti, i tavoli da otto non li facciamo più e quelli da quattro sono diventati da due.
Dopo di che, però, perché ci siamo ridotti così? Quest’estate abbiamo visto feste ovunque, barche piene…E i ristoratori che hanno, giustamente, rispettato le regole ora si trovano di nuovo a rischio chiusura.
No, bisognava evitare di allentare troppo nei mesi scorsi. Del resto, l’Italia ha fatto un ottimo lavoro chiudendosi per mesi. All’estero, invece, dove hanno aperto troppo presto o non hanno mai chiuso stanno peggio di noi. Questo vantaggio non andava sprecato“.
Alla fine è sempre così: per colpa di pochi stolti ci vanno di mezzo coloro che rispettano le regole. Cosa ne pensate delle parole di Cannavacciuolo? Continuate a seguirci su SegretoDonna.