Care lettrici e lettori di SegretoDonna per la rubrica Donne Vere abbiamo il piacere di presentarvi la scrittrice Anna Piazza: vivida e appassionata, il suo è un mondo in continua espansione che va oltre le apparenze e la fisicità. Una continua ricerca interiore che non tarderà ad incuriosirvi ed appassionarvi.
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Chi è Anna Piazza?
«Sono nata e cresciuta a Gemona del Friuli un piccolo paesino in provincia di Udine, tipico esempio di integrità e forza d’animo del friulano che non si abbatte neanche di fronte al terremoto del 1976: con le galline, il gatto, il cane e l’orto, uno stile di vita che ho cominciato ad apprezzare solo crescendo. Era una bambina introversa, amavo giocare più da sola che con le altre bambine.
I miei giocattoli preferiti erano le Barbie e i Lego. Amavo molto disegnare – soprattutto durante le ore di italiano – e la maestra non mi diceva nulla. Sono figlia unica, la mia è una famiglia felice e serena, senza particolari drammi. Ho un ottimo rapporto con loro e mi hanno sempre supportata incoraggiandomi a perseguire i miei sogni.
Ho frequentato l’istituto d’arte e studiato lettere all’università e poi un master a Londra con l’idea di fare la giornalista freelance: ho lavorato come cronista locale per il Messaggero Veneto, mi occupavo di cultura, editoria, cinema, e realizzavo interviste ma è durato poco.
Il mio carattere indipendente mi ha sempre spinto oltre gli schemi convenzionali: non ho mai, infatti, cercato il posto fisso fino alle 5 del pomeriggio.
Il cinema mi ha sempre affascinato: le storie, le narrazioni, i personaggi, la possibilità di vivere vite parallele, sia nella scrittura che nel cinema, ti danno la possibilità di immergerti in mondi diversi estraniandoti dalla realtà. Questa grande passione mi ha spinto a cercare delle piccole collaborazioni cinematografiche in Friuli come scrittrice, sceneggiatrice per documentari ed ho collaborato in questo settore per un certo periodo.
Adoro i registi come Tarantino e Nolan che ti fanno letteralmente ‘intrippare il cervello’.
Sono molto affezionata a La spada nella roccia della Walt Disney perchè mi ricorda la mia infanzia: amo la narrazione e la delicatezza del racconto.
Il 2016 è stato un anno di cambiamento – lasciandomi tante cose alle spalle – e decido di dedicarmi alla comunicazione lavorando come copywriter e digital strategist per le aziende: mi sono creata la mia realtà partendo da zero rimboccandomi le maniche come quando hai 20 anni.
Sono molto legata alla musica e sono sempre andata ai concerti. Ho una predilezione per il grunge rock e avevo la cartella dei Nirvana con Kurt Cobain: Pennyroyal Tea è il mio album preferito. Scrivo per un piccolo giornale e mi occupo di una associazione musicale, seguo ragazzi locali e il contesto musicale».
Come ti sei avvicinata alla scrittura? Anna Piazza
«Ho sempre scritto. Alle superiori scrivevo già alcuni brevi racconti horror che poi facevo leggere alla mia professoressa di italiano: mi hanno sempre affascinato il mistero e i racconti di vampiri, da piccolina leggevo Piccoli Brividi più che storie d’amore.
Ricordo che quando avevo 20 anni andai da mia madre col libro che avevo scritto e lei non capiva se stessi scherzando: ‘Sette e quindici‘ era impostato tutto sulle ore della vita quotidiana di una ragazza dei suoi incontri e scontri, amore e tradimento.
L’ho pubblicato su lulu.com riscuotendo un discreto successo e presentandolo nelle fiere del veneto e del Friuli.
Non mi sono mai fermata da allora, amo ascoltare le conversazioni altrui come al bar o in un negozio: tendo un po’ a farmi gli affari degli altri per uno spunto o semplicemente per costruire una storia. Ricordo anni fa che mi aveva incuriosita un fatto di cronaca su alcuni episodi di ronde notturne in un preciso rione di Trieste per scacciare delle prostitute. Mi sono allora documentata approfondendo l’argomento – ecco la mia vena giornalistica uscir fuori – per parlare del traffico di queste ragazze che venivano dall’Est (anche se poi arrivavano da tutta europa e anche dalla Africa) studiando il fenomeno: Virginia, la protagonista, fa la giornalista a Trieste e segue appunto questo traffico. L’antagonista del racconto è il collega di lavoro, alcolizzato, con cui entrerà in conflitto.
Durante l’inchiesta conosce Emira, giunta dall’Albania a Triste per cercare sua sorella che teme faccia la prostituta. Tra le due nasce una storia d’amore. Pubblicata nel 2011 da Arpeggio Libero Editore col titolo ‘Liberami‘. Il libro è stato un successo presentato al salone del libro a Torino e a diverse fiere, girando l’Italia. Mi sono sentita una vera star, tanto interesse attorno a me e stava anche diventando un film: abbiamo realizzato, infatti, diversi teaser col nome ‘Adellar‘ = aquila in africano.
Nel 2017 sono uscita successivamente con ‘Microcosmi‘ sempre per Arpeggio Libero Editore. Per motivi personali ho promosso molto poco questo libro ma ho preferito pubblicarlo ugualmente per aiutare magari chi aveva vissuto il mio stesso dramma e cercasse un conforto, ma era troppo intenso per me portarlo in giro.
Ho purtroppo perso mia madre nel 2015. Durante le estenuanti ore di attesa in ospedale ho incontrato una ragazza molto agitata perchè in attesa della dottoressa specializzata al cervello l’unica che avrebbe potuto curare il compagno.
Ho voltato così pagina, immergendomi in un percorso di ritrovamento personale e scoprendo interesse per il mondo olistico: i vari medicinali non funzionavano con me e sono andata alla ricerca di terapie alternative come lo yoga, la meditazione, ma avevo bisogno un contatto con me stessa più profondo. In questo periodo ho conosciuto la mia master reiki che diventerà fondamentale nella mia vita: attraverso le sedute con lei sono entrata in contatto visualizzando foreste nordiche, guerrieri vestiti da vichinghi. Inizialmente tutto questo mi aveva spaventato un po’ ma ho scoperto che non è impossibile per chi è sensibile avere questo tipo di visioni. La mia maestra teneva un diario in cui scriveva di aver visto le stesse cose. Questa connessione così forte porterà alla nascita del mio nuovo libro».
Cuori intrecciati, l’ultima guerriera di Eterna, cosa ci puoi dire di più sul tuo ultimo nuovo libro?
«Il 20 Agosto è uscito ‘Cuori intrecciati, l’ultima guerriera di Eterna‘ è il primo capitolo di una trilogia fantasy: un mix fra puro fantasy, romance, ma anche un storia vera, perchè c’è questa parte di verità di un mondo non solo frutto della mia immaginazione condiviso con la mia master reiki. Un libro che lascia tanta curiosità: esistono i mondi paralleli? Esiste solo materialità? Teorie olistiche, fisica quantistica, legge di attrazione e quant’altro.
Il libro è un intreccio narrativo su 2 piani temporali e molteplici punti di vista.
Ginevra è una trent’enne ritornata in Friuli, sua terra natale, dopo la fine della sua relazione amorosa a Milano e la conseguente morte di sua madre, che le ha lasciato un terreno in eredità.
Costretta a fare i conti con la sua “vecchia vita”, Ginevra ricostruisce la sua quotidianità: le relazioni sociali, la ricerca di un lavoro nuovo e l’amore che nasce con Filippo. In questo processo di cambiamento, incontra Maja, un’operatrice reiki con cui si sentirà profondamente legata, anche “a causa” di un anello che hanno in comune… Le vite delle due donne si intrecciano indissolubilmente: attraverso le sedute di reiki, Ginevra entra in contatto con il mondo parallelo di Eterna: dove i personaggi vivono in un periodo antico, riconducibile all’epoca vichinga.
In questo mondo vive la guerriera vichinga Astrid, insieme agli altri componenti dei villaggi. Guerre per la conquista dei territori, rapporti sociali burrascosi e amori impetuosi, popolano Eterna».
Quali sono i progetti futuri di Anna Piazza?
«Continuare a scrivere e indagare sugli aspetti sottili della vita senza timore: le esperienze, anche quelle dolorose, sono da stimolo. Nella vita c’è di più di quel che sembra, e magari una maggiore consapevolezza porterebbe portare maggior rispetto e amore».
Che rapporto hai con la vita social?
«Mi occupo di social per professione per il clienti e poi anche per me. Ci sono molte potenzialità e opportunità, ma credo che le nuove generazionie (e non solo) diano troppa importanza alle foto con 30.000 filtri offrendo una vita illusoria che non è quella del quotidiano, per far invidia ai coetanei, per crearsi una realtà che non esiste. Questo è molto pericoloso.
Dal mio punto di vista li uso per raccontare lo story telling del libro, per far avvicinare le persone a quello che faccio».
Cosa significa per Anna Piazza essere una donna vera?
«Essere se stessa, consapevole del proprio potere interiore: non c’è niente che una donna non possa fare, i limiti sono solo nella società e nel nostro cervello, negli stereotipi. Sicuramente indipendente, gentile e accogliente.
Per le nuove ragazze il mio consiglio è quello di non permettere a NESS§UNO di lasciar spegnere la proprie luce interiore: seguite il proprio istinto senza fermarvi anche se apparentemente possa sembrare solo mera follia».
Purtroppo giunge al termine la nostra intervista. Ascoltare Anna Piazza induce irresistibilmente a riflettere sul proprio modo di intendere la vita quotidiana: sarà tutto nel tangibile o c’è altro? In una società che di certo non aiuta a sentire e sentirci, promuovendo una totale omologazioni, ecco che Anna ci ricorda la propria unicità e la voglia di andare oltre le apparenze.
Per chi volesse contattarla vi ricordiamo i suoi canali social su instagram o facebook:
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