Care amiche di SegretoDonna, per la rubrica Donne Vere abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Angela Francesca Di Pilato, straordinaria scrittrice e splendida donna. Entra elegantemente in punta di piedi ma il suo mondo e modo di essere inevitabilmente ti entrano dentro lasciando il segno, costringendoti a sentire di più, ad offrire ancora un’opportunità a quel che tieni nascosto nel profondo.
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Chi è Angela Francesca Di Pilato?
«Sono nata a Molfetta ma vivo a Bisceglie. Ho studiato Lingue Straniere presso l’Università di Bari, arabo e come seconda lingua lo spagnolo.
Sono una persona estremamente semplice e complessa allo stesso tempo: mi piacciono, infatti, le piccole cose e la loro intima verità ma allo stesso tempo non mi soffermo alla superficie scavando sin nel profondo. Amo molto il mare, non potrei vivere lontano e senza poterlo vedere ogni giorno: nonostante le tempeste ritorna sempre ad una bellezza disarmante. E a volte mi da coraggio per tranquillizzarmi, quando magari capitano quelle giornate in cui credi di non farcela. Ho un amore morboso per il mare.
Credo profondamente che ‘nulla avvenga per caso’ e ‘ogni incontro lungo il nostro cammino abbia sempre un perché’.
Sono gemelli di giugno, ma differentemente da quanto ci si possa aspettare dal mio segno zodiacale non ho due facce, sono solo molto selettiva: scelgo con cura chi fare avvicinare nella mia vita e chi no.
Vivo di sogni che mi danno speranza. Sono appassionata del mondo orientale.
La musica è fondamentale nella mia vita e amo molto cantare: adoro Whitney Houston e Lara Fabian; amo molto Hauser al violoncello e compositori come Chopin e Beethoven.
Sono coniugata, ho 2 splendide bambine di 13 e 6 anni. Sono una mamma tradizionale ma allo stesso tempo moderna: ci tengo, infatti, molto allo studio e che diano sempre il massimo, sembrano promettere bene. Come mamma cerco di star loro vicino e aiutarle il più possibile.
Credo sia importante concedere allo stesso tempo la giusta libertà per scoprire e scoprirsi. Il nostro è un rapporto di complicità e confidenza, per loro sono mamma, amica, donna, ragazza e bambina.
Non pratico sport, ad esempio mi sono iscritta in palestra a settembre dello scorso anno ma non ho mai frequentato. Seguo un’alimentazione sana, molta verdura povera di carboidrati, e tanto pesce: ‘vita sana in corpore sano’. Ogni tanto mi concedo un bicchiere di vino rosè».
Come e quando nasce l’amore per la scrittura? Per i romanzi?
«L’amore per la scrittura è con me da sempre. Sin da bambina, infatti, annotavo nel diario le mie sensazioni e emozioni: scrivevo testi per canzoni.
Il 16 marzo del 2020 ho cominciato a scrivere romanzi, in pieno lockdown. Era un giorno diverso dal solito, avevo appreso la diagnosi sulla malattia di madre e non riuscivo a dormire. Trovavo conforto da un foglio bianco con una penna rosa, rosa come il nome di madre, dove appuntavo le emozioni di quel momento: rabbia, sconforto, ci sono attimi e poi la tua vita cambia per sempre e rimetti tutto in discussione.
Durante le mie presentazioni riporto sempre una frase di Napoleone: ‘Le vrai courage c’est celui de 3 heures du matin!’, il coraggio delle 3 del mattino (ripreso da Crepet recentemente) è il momento della notte in cui fai i conti con te stessa; là ti accorgi di cosa hai lasciato alle tue spalle, vivi dei flashback, riconti mille volte i tuoi passi, ma ce n’è sempre qualcuno mancante. Non sentirti te stessa è la peggior cosa che si possa provare.
Scrivere romanzi è la mia passione e nelle storie d’amore riesco a far uscire il meglio di me.
Il 23 settembre dello scorso anno (2022) è uscito il mio ultimo romanzo Lo strano gioco del destino, e ha per protagonista Elena una ragazza pugliese, che dopo il suo percorso universitario si trasferisce ad Istanbul per mettere alla prova quanto appreso durante i suoi studi. È Il suo primo viaggio in solitaria e viene da una famiglia conservatrice: molte cose negate, come i rapporti sessuali prima del matrimonio. Elena, va in Turchia e dopo alcuni giorni trascorsi da semplice turista, incontra in un bar del Beyoğlu gli occhi di un ragazzo mussulmano e avviene subito il colpo di fulmine. Elena entra in punta di piedi nel romanzo e si trasforma in una vera bomba per alcune scelte che dovrà affrontare. È il viaggio, l’appiglio di come l’inesperienza che si fa esperienza: trovandosi a dover condividere una fede diversa dalla sua, ma al contempo a non praticarla.
Elena ha le mie emozioni, e le sue scelte di madre sono le stesse che avrei fatto io, scelte sofferte e protese verso la felicità dei propri figli.
È una lettura che consiglio a tutti, con una scrittura semplice e scorrevole. Bastano davvero 2 giorni».
Come nascono le idee dei tuoi racconti e quali tematiche tratti in genere? Angela Francesca Di Pilato
«Parlo di donne, per esempio il mio ultimo racconto è sulla sposa bambina: sono flash e idee che mi arrivano durante la notte e che prontamente mi alzo per appuntare.
Amo il reale e personaggi della vita quotidiana che ha tanto di straordinario. I miei romanzi trattano delle difficoltà della donna e dell’universo femminile: una parola che mi piace molto è ‘proibito’ che trasformo in possibile. Non hanno propriamente una finalità pedagogica ma indicano che niente è impossibile se si ha coraggio. Mi piace dare vita a tutti gli amori impossibili, mi piace dare loro una piccola speranza, tra tutte le difficoltà che questi rapporti possono avere. L’amore deve trionfare su tutto se è reale!».
C’è qualche aneddoto o esperienza che ti piacerebbe condividere coi nostri lettori?
«Prendere da ogni giorno quello che la vita da affrontando le avversità di petto. Molto dipende, infatti, dal nostro approccio alle cose e alla vita, e spesso ci soffermiamo solo su quello che non abbiamo o che magari non riusciamo a vedere, provando a prendere quello che ci manca a tutti i costi. Il bello di scrivere è proprio questo, nessuno può giudicarti; tantomeno un PC, perché in quel momento diventa sfogo e amico confidente.
Ogni singola storia d’amore, vissuta o inventata, riesce a essere unica e diversa e irripetibile rispetto a miliardi di altre storie già accadute, che accadono, che accadranno. Insomma, l’amore s’impara nè teoricamente né andando a bottega da altri. S’impara amando, vale a dire perdendosi.
È un pensiero di Andrea Camilleri in cui mi rivedo tanto».
Come riesci a mettere insieme la tua professione col tuo essere mamma?
«Sinceramente sono due aspetti che separo in comparti stagni: dalla mattina al momento che le metto a letto sono mamma. Nei ritagli di tempo e solo dopo aver sistemato tutto divento scrittrice o editor. La notte è produzione, è il momento in cui sono con me stessa».
In che modo ti distingui dagli altri? Angela Francesca Di Pilato
«Sono semplicemente me stessa, a volte scrivo quello che vorrei succedesse nella realtà, altre volte semplicemente gioco di fantasia, altre, mi cimento nelle favole, altre volte esprimo il mio lato “folle”; non che sia matta intendiamoci, ma quel pizzico di sana follia che non guasta; giusto per uscire dall’ordinario e dalla solita routine quotidiana. Amo molto Alda Merini, proprio per questo; nella sua follia ha sempre avuto ragione: le sue poesie sono verissime, nonostante i suoi tratti squilibrati. Adoro Raymond Carver e i suoi racconti iniziali. Mi diverte sempre tanto un aneddoto legato ai suoi racconti di Cattedrale e le critiche positive per la capacità dello scrittore di ridurre al minimo essenziale la storia, ma che in realtà subirono macroscopici tagli e molti rimaneggiamenti ad opera dell’amico e editor Gordon Lish. Carver tentò almeno in parte di opporsi a tali interventi, ma sostanzialmente senza successo. E, di solito succede così, da Editor posso affermare tale prassi, mi definiscono spietata nella mansione di scrittura, anche in quel caso c’è un ordine maniacale sul lavoro che svolgo».
Hai un’intensa vita social, in una società dedita all’apparire quale è il tuo approccio con questi strumenti?
«Separo molto la vita privata, con quella di scrittrice e di aforista, sento infatti molto il bisogno di trasformare in ‘pillole’ le mie sensazioni.
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Io tornerei volentieri a carta e penna, a scrivere lettere d’amore. Semplicemente mi adeguo al sistema anche se ha perso molto di intimità».
Quale è il sogno nel cassetto di Angela?
«Renato Zero descrive così i sogni nella sua canzone Amico assoluto: i sogni entrano prepotentemente dentro di noi, insidiandosi nei nostri cuori per tanti anni. Sono sempre vincenti, sfidano e combattono dentro di noi per uscire dal niente, ad emergere dal buio che c’è dentro di noi. Il mio sogno nel cassetto? Forse un sogno proibito…», Angela ride scherzando; ma ribadisce che i sogni quelli davvero importanti restano segreti; altrimenti non usciranno mai dal famoso cassetto.
Cosa significa per te essere una Vera Donna?
«Significa essere nonostante tutto sé stessa, sorridere realmente nonostante il buio che ognuno di noi porta dentro al cuore, senza arrendersi. Significa provare a tutti i costi, trasformare un foglio bianco; in un capitolo intero ancora da scrivere, la metto sul senso figurato; ma, non date mai nulla per scontato; la vita da, la vita toglie; quindi se è vero che siamo solo di passaggio su questo mondo; godiamoci ogni secondo del nostro tempo come noi vogliamo; e non come gli altri vorrebbero». Angela Francesca Di Pilato
Giunge a termine l’intervista ad Angela e al suo mondo intenso che va avanti di petto senza arrendersi anche di fronte alla tempesta, in cui gli opposti si incontrano e si scoprono più vicini: perché i tormenti della notte svaniscono alle prima ore dell’alba.
Vi ricordiamo i suoi link:
Instagram – www.instagram.com/angyfranydp84/
Instagram – www.instagram.com/lostranogiocodeldestino/
Facebook – www.facebook.com/afdipilato
Per chi volesse acquistare il suo romanzo ecco uno dei link disponibili:
E voi cari lettori, come sempre, fateci sapere la vostra lasciando un commento e continuate a seguirci solo su SegretoDonna! Angela Francesca Di Pilato