recensione di La Distanza di Colapesce e Baronciani
La Distanza
Il primo libro a fumetti scritto a quattro mani dal cantautore Colapesce, all’anagrafe Lorenzo Urciullo, e dal maestro Alessandro Baronciani, che lo ha anche disegnato. E’ un viaggio in Sicilia fatto di amori interrotti, attese irrisolte, passioni indecise, appuntamenti mancati e la distanza, unica e vera protagonista. Una distanza non solo meramente fisica, ma anche, se non soprattutto, concettuale. Non è soltanto, quindi, quella del protagonista e della sua fidanzata che studia a Londra, ma un concetto che i due autori sviscerano in modo perfetto: è la distanza che si frappone tra tutti gli individui, la distanza che ci aliena nonostante il desiderio di far parte di qualcosa.
LA STORIA
Nicola, fidanzato a distanza con una ragazza che vive a Londra, si sta preparando a raggiungerla; prima, però, ha in mente un mini-tour dell’isola, un festival a cui andare e una rimpatriata con gli amici di una vita. A lui, si affiancano per puro caso Francesca e Charlotte, incarnazione della freschezza e della dinamicità in perfetto contrasto con la pacata e dolce immobilità della Sicilia sullo sfondo.
La storia inizia e finisce con lui: è Nicola il centro assoluto de La distanza, il perno attorno a cui ruota tutta la non-vicenda. Perché di questo si tratta, una non-storia che è più una condizione esistenziale, una ricerca affannosa e talvolta straziante di se stessi. La storia si presenta allo stesso tempo sospesa e concreta, in cui l’uso magistrale delle parole e dei silenzi, nonché la perfetta padronanza della luce e dei tratti, trasmettono le emozioni e la sospensione dell’estate siciliana in modo dolce e struggente. Sotto il sole di Sicilia, una generazione insicura viaggia alla ricerca della propria meta.
CONCLUSIONI
La Distanza è un sincero e disincantato affresco di uno spaccato di vita siciliana, di una generazione costretta a districarsi tra i mille rovi spinosi di una società che non sembra offrire alcuna prospettiva, alcun futuro.
Le tappe del tour che il protagonista compie in compagnia delle due spensierate, meravigliate turiste venute dal nord, sono vere e proprie oasi di una bellezza pura, incontaminata ed emozionante. È il grande paradosso italiano, sempre più acuto mano a mano che si scende lungo lo Stivale: un contrasto stridente tra una terra paradisiaca, dove mare e terra si abbracciano con una dolcezza forse unica in tutto il mondo, e una società allo sbando, fragile, pessimista, tanto pessimista da far sospettare alla stessa Francesca che i siciliani abbiano “il dramma e il pessimismo nell’animo”.
Di fronte a tale accusa, tanto pungente quanto veritiera, Nicola non può negare e si giustifica ricordandole che la Sicilia è stata oggetto di conquiste per due millenni e mezzo e che, sì, un po’ di amarezza ce l’ha davvero nel sangue, un’ombra nello sguardo dei suoi abitanti che non scompare neppure sotto ad un sole così radioso ed invitante.
Del resto la seconda indiscussa protagonista ad emergere da queste tavole è proprio lei, la Sicilia che, sebbene sembra rimanere immobile in una bolla di calda luce fori dallo scorrere dei giorni e delle epoche, in realtà cresce, si evolve e si interroga come tutte le altre terre, anche si in modo tutto particolare.
La distanza, in sé, è un libro che si finisce troppo presto. E’ una chiacchierata ascoltata al bar, un racconto captato in spiaggia.
Ti immagini quello che succede oltre alle tavole disegnate. E va letto così: come una storia che poteva essere e che non è stata, ma che rimarrà sempre indelebile nella nostra memoria.
Spero che questo nuovo articolo sia stato di vostro gradimento. Continuate a seguirci qui su SegretoDonna.
J.B.