Dalla tradizione sicula, ecco una pietanza tipica della città dello stretto: Messina. A’ pasta n’casciata infatti trova nella ricetta messinese un ottimo connubio tra gusto e preparazione tipica del territorio. Tuttavia quando pensiamo a questa pietanza la mente vola agli episodi di Montalbano del nostro amato maestro Camilleri, scomparso qualche anno fa.
Com’è nata a’ pasta n’casciata?
Originaria di Mistretta, la pasta n’casciata o n’caciata come si dice in dialetto messinese, rientra nel quadro delle paste al forno nate per pulire la dispensa o il frigo dai resti di tutto ciò che c’è. Detto questo, andiamo al procedimento. Per la pasta occorrono: maccheroni, penne o sedani, pur che rigati per meglio trattenere il sugo. Questo, può essere un ragù bolognese, cioè con tritato di carne (metà vitello metà maiale) anche se non appartiene alla tradizione siciliana, oppure un sugo che viene consigliato dagli chef, è fatto di pomodoro fresco cucinato con aglio e non cipolla. Unire la pasta al condimento abbondante, completare con uova sode, piselli, tocchetti di melanzane fritte, caciocavallo, mortadella (a piacere) o prosciutto cotto o salame. Rigirare tutto in pentola con abbondante parmigiano grattugiato che serve proprio a legare ovvero n’caciare il tutto. Disporre in una teglia di coccio ed infornare ad una temperatura di circa 230 C°. Servire non calda ma tiepida. Questa ricetta antica, nata per celebrare occasioni e ricorrenze importanti, è racchiusa tutta l’opulenza della cucina siciliana e al contempo nella cultura o l’arte di non sprecare nulla, ma utilizzare arricchendo con colorate differenze della nostra terra. Infine ricordiamo che, una volta la pasta dopo essere stata messa in una teglia di coccio, veniva lasciata sotto cenere bollente quando le cucine a gas non esistevano.
Ricetta made in Sicily: A’ pasta n’casciata alla messinese.
