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Care amiche e amici di SegretoDonna, «Al momento, non abbiamo dati che dimostrino che gli attuali vaccini siano davvero efficaci: “Funzionicchiano”», queste le parole dell’infettivologo Stefano Vella. vella vaccini inefficacia
«infinita» la pandemia da Covid in una intervista rilasciata al Corriere della Sera spiega che il «coronavirus, rimarrà fra noi per molto tempo. È più astuto dei suoi predecessori (quei coronavirus, cugini che hanno provocato le due epidemie di Sars e Mers, scomparse rapidamente ndr), è cattivo ma non troppo (cioè non uccide le persone come il virus Ebola, autoeliminandosi, ma ci convive), è geniale perché si trasforma, nelle sue varianti, e continua a infettare più gente che può, per sopravvivere. Una questione darwiniana».
Vella, che tra i numerosi incarichi ha ricoperto anche quello di presidente dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) dal 2017 al 2018, attualmente insegna Salute Globale all’Università Cattolica di Roma.
La sua attività ha da sempre interessato la ricerca, in particolare quella indirizzata alla lotta contro l’AIDS. Nel 1999 ha ricevuto su proposta del Consiglio dei Ministri l’onorificenza di cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e nel 2018 l’onorificenza di commendatore al Merito della Repubblica Italiana.
Sui richiami a quattro mesi dopo la seconda dose «è tutto da valutare – afferma –, passo dopo passo. Una cosa, però, è certa: l’immunità contro questo coronavirus non dura, sia quella stimolata dall’infezione vera e propria, sia quella determinata dai vaccini. Da qui l’esigenza di pensare a richiami successivi». vella vaccini inefficacia
«Al momento – aggiunge – non abbiamo dati che dimostrino che gli attuali vaccini siano davvero efficaci: “Funzionicchiano”, tant’è che si sta pensando di aggiornarli, ma sono sempre meglio di niente. E anche l’idea della quarta dose è quella di “pompare”, con quello che ho, il sistema immunitario perché reagisca al virus. Ancora meglio di niente, nell’emergenza. In prospettiva dovremmo immaginare di vaccinarci ogni anno, come si fa con l’influenza».
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