Carissime amiche di SegretoDonna, spero sia andato bene questo weekend. Volevo iniziare a parlare con voi di qualcosa che ultimamente mi sta interessando molto.
Volevo parlarvi di come sono riuscita, attraverso uno studio approfondito e le diverse informazioni acquisite, a percepire in maniera diversa l’uso del vintage. La rivincita del vintage
Mi piace tanto questa citazione che riporto qui di Balzac: ”Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”. La rivincita del vintage
Quale sarà il futuro della moda? La rivincita del vintage
Viviamo in un epoca dove tutto fa tendenza e gli stessi trend cambiano alla velocità di una Instagram Story. Il vintage così rappresenta un legame tra grandi brand che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della moda. La rivincita del vintage
Indossare un capo o un accessorio proveniente da un periodo agée è un rito, un modo per rievocare epoche che suscitano nostalgia, dando loro la possibilità di avere nuova vita.
Secondo voi tra 10 anni continueremo a inquinare e sprecare risorse oppure sceglieremo un mercato più etico e sostenibile come quello del secondhand?”
Usato e vintage per fortuna, oggi vivono un periodo di grande crescita grazie ai principi dell’economia circolare seguiti dai giovani consumatori attenti ai temi dell’ambiente.
Il secondo volto del fast fashion
Ogni anno vengono prodotti 80 miliardi di capi fast fashion, un dato preoccupante dalle stime elaborate dal Waste & Resources Action Program.
Pare che il 30% degli abiti acquistati non sia mai stato indossato. Mentre una percentuale simile finisca in discarica dopo essere stato utilizzato anche solo una volta.
In totale 14 milioni di tonnellate di abiti e tessuti usati sono gettati via ogni anno nel mondo, di cui solo il 16% viene riciclato (fonte: EPA – Environmental Protection Agency).
La fast fashion viene considerata un processo per rendere la moda alla portata di tutti, un fenomeno economico che permette di vestirsi bene seguendo le ultime tendenze. La rivincita del vintage
Tuttavia, è un sistema che a lungo andare non potrà che portare danni irreversibili per la nostra salute e soprattutto per l’ambiente.
La rivincita del secondhand
Questo mercato dagli altissimi costi ambientali e sociali, però, potrebbe avere un degno avversario: il vintage.
Per fortuna sono cambiate le caratteristiche dello shopping di seconda mano. Oggi infatti acquistare abiti usati non significa rovistare in posti più o meno scalcinati, perché la percezione che abbiamo dell’usato si è trasformata.
I mercatini sono come dei negozi, la qualità è una priorità assoluta e l’usato è sinonimo di prima scelta per una questione di intelligenza e non di semplice risparmio.
Inoltre, i vestiti di seconda mano sono ricercati da una nicchia di consumatori in forte crescita che sceglie questo mercato a favore dell’ambiente e dell’ecosostenibilità.
Detto ciò ragazze volevo informarvi che la moda vintage ormai è una necessità sentita da un pubblico di consumatori sempre più consapevole di quanto la moda possa essere dannosa per l’ambiente e per la salute.