Il Coronavirus è sempre stato tra noi, solo che è rimasto dormiente e nuove condizioni ambientali favorevoli lo avrebbero fatto risvegliare. Questa è la nuova teoria elaborata da Tom Jefferson, esperto del Center for Evidence-Based Medicine (CEBM) dell’Università di Oxford.
Durante un’intervista concessa al giornale britannico Telegraph, lo scienziato ha affermato che il virus fosse presente altrove ben prima dello scoppio della pandemia a Wuhan, riconosciuta come epicentro del virus.Coronavirus dormiente
Ad avvalorare la teoria Jefferson ci sono una serie di recenti scoperte che hanno portato all’individuazione del covid-19 nel mondo prima della sua esplosione ad inizio 2020.
Sembra infatti che tracce di Coronavirus fossero presenti in campioni di acque reflue raccolti in Spagna a marzo 2019. Altre tracce sono state riscontrate in Italia, nelle acque reflue di Milano e Torino, a metà dicembre 2019, e in Brasile, a novembre dello stesso anno.
Il virus era dormiente tra noi
Facendo riferimento a queste ricerche, Jefferson è convinto che ci siano alcuni virus rimasti inattivi in tutto il mondo per poi emergere ad un certo periodo con condizioni favorevoli, raggiungere un picco e poi svanire. E questo è quello che starebbe accadendo con il Sars-CoV-2.
“Dobbiamo iniziare a ricercare l’ecologia del virus, capire come ha avuto origine, come è mutato. Penso che il virus fosse già qui, e qui significa ovunque. Potremmo essere davanti a un virus dormiente che è stato attivato dalle condizioni ambientali”.
Per avvalorare la sua tesi, il professore ha fatto riferimento ad un caso di Coronavirus già ad inizio febbraio alle Isole Falkland:Coronavirus dormiente
“Una nave da crociera è andata dalla Georgia del Sud a Buenos Aires, i passeggeri sono stati sottoposti a screening e poi, l’ottavo giorno, quando hanno iniziato a navigare verso il Mare di Weddell, è emerso il primo caso di infezione. Dov’era il virus? Nel cibo preparato che era stato scongelato e attivato?”.
Jefferson fa anche un paragone con l’influenza spagnola – più volte messa a confronto con il covid-19 – e mette in campo l’esempio della popolazione della Samoa, nel Pacifico meridionale, che morì di Spagnola nonostante non avesse avuto contatti con l’esterno:
“Cose strane come questa sono successe con l’influenza spagnola. Nel 1918 circa il 30% della popolazione delle isole Samoa occidentali morì di influenza spagnola senza aver avuto alcuna comunicazione con il mondo esterno. La spiegazione potrebbe essere solo che certi agenti non vengono o vanno da nessuna parte. Sono sempre presenti e qualcosa li accende: forse la densità umana o le condizioni ambientali. È questo ciò su cui dovremmo indagare”.Coronavirus dormiente
Insomma, ci sono ancora tante cose su cui indagare per capire cosa abbia portato alla diffusione del Coronavirus in tutto il mondo. Continuate a seguirci su SegretoDonna.