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Coronavirus, Cartabellotta: “Dati Lombardia falsi! Aggiustati per evitare altre chiusure”

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La paura che venga nascosta qualche notizia in merito ai dati relativi alla diffusione del Coronavirus, sta dietro l’angolo. coronavirus prossime aperture

Dopo le prime accuse scagliate da Vittorio Sgarbi contro la Protezione Civile, arrivano anche quelle gravissime contro la Lombardia da parte di Nino Cartabellotta.

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Il presidente dell’associazione Gimbe, nell’aggiornare i monitoraggi sulle capacità di sorveglianza dei contagi nelle regioni italiane, pare si sia accorto che i dati ufficiali sulla propagazione del Covid-19 in Lombardia sarebbero “verosimilmente sottostimati“.

La verità: qual è? coronavirus prossime aperture

A riportare l’indiscrezione ci pensa Il Corriere della Sera. Supposizioni pesanti in una fase cruciale per il governo che deve decidere sugli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno.

Secondo il Gimbe, in particolare, la Lombardia non sarebbe pronta per quattro ragioni.

Prima fra tutte, la percentuale di positivi al giorno, più alta di quelli comunicati. Dal calcolo, infatti, si escluderebbero i tamponi “non diagnostici”, ovvero quelli eseguiti per confermare la guarigione virologica o per la necessità di ripetere il test.

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In Lombardia la percentuale di tamponi diagnostici positivi sarebbe superiore al 2,4%, la media nazionale. Situazione critica anche per Liguria (5,8%), e, in minor misura, per Piemonte (3,8%), Puglia (3,7%) ed Emilia-Romagna (2,7%).

Così, dopo la comunità scientifica, anche il Gimbe spinge affinché i lombardi non escano dalla propria regione, nonostante i dati sui decessi e sui ricoveri in terapia intensiva siano in netta discesa.

Non solo. L’associazione insiste anche sul fatto che il numero dei positivi sarebbe sottostimato perché non vi è ancora stato un tamponamento massiccio, che dovrebbe, invece, evidenziare (qualora venga compiuto) una quantità di casi maggiore.

Il dubbio

Cartabellotta, inoltre, ai microfoni di Radio 24, ha ribadito: “C’è il ragionevole sospetto che le Regioni aggiustino i dati per non essere fermate.

In Lombardia abbiamo verificato troppe stranezze, soggetti dimessi che venivano comunicati come guariti, il ritardo nella trasmissione dei dati, e i riconteggi sono molto più frequenti nella Fase 2. Come se ci fosse la necessità di mantenere sotto un certo livello i casi diagnosticati”.

Magari per evitare ulteriori chiusure? Questa sarebbe l’insinuazione della Gimbe. E voi sareste d’accordo?

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