Il Burlesque rappresenta la prima corrente apparsa nella storia della Burla, in cui non è previsto necessariamente il nudo, ma si riferisce all’aspetto più intrigante e genuino di quest’arte riflettendo i canoni della sensualità.
Non basta essere sexy, indossare una minigonna o un abito trasparente e non serve essere belle o avere delle forme prorompenti se dietro non c’è un sentimento né una ragione, a volte basta una tuta per suscitare un’emozione e raccontare qualcosa.
Il Burlesque c’insegna l’arte della seduzione e lo fa attraverso la ricerca del personaggio, l’eleganza, l’ironia e non per ultimo la sensualità. Lorena Lopis: vi presento il Burlesque una fusione d’arte e sensualità
Con queste parole si presenta Burlesque&ArtFusion nato nel 2003 da un’idea di Lorena Lopis.
“Ogni donna ha una propria sensualità ed è una risorsa inesorabile e inimitabile, determinata da sguardi, sorrisi, atteggiamenti e forte autostima. Il Burlesque aiuta a ritrovarla, attraverso la guida di un pensiero e il desiderio di amarsi, senza le quali diventerebbe una semplice e banale intenzione, agghindata di pagliette e pizzi e perdendo tutto il suo fascino”. Lorena Lopis: vi presento il Burlesque una fusione d’arte e sensualità
Parlaci un po’ di te
Sono una donna di quasi 40 anni, vivo con lo stesso uomo da 14 e faccio la mamma da 8. Mi reputo una persona molto semplice. Amo inventarmi, rinnovarmi, mettermi sempre in discussione e lavorare in gruppo. Prima di “accasarmi” ho viaggiato e conosciuto tanta gente di diverse culture. Questo mi ha dato la possibilità, oggi, di vedere le cose sempre da diversi punti di vista. Ho compreso che stare “dietro le quinte” è ciò che amo di più, mi dà la possibilità di non fare a botte con la mia timidezza e mi permette di vedere tutto in modo più ampio, senza troppi filtri.
Come ti sei avvicinata al mondo del burlesque e quando è nata questa tua passione?
Così, non c’è stato un modo preciso. Il “Burlesque” è una passione che penso di avere da sempre. Ispirata dai vecchi film, quelli sulle guerre di secessione e sull’epoca vittoriana, in cui le donne, nonostante il periodo difficile e infelice, riuscivano pur sempre a mantenere un certo decoro e stile. Pensate a “Via col vento”, alla “Principessa Sissi”. E poi quegli abiti, i bustini, i corsetti, i guanti, il modo di curarsi, la loro sensualità…
Il Burlesque è una forma d’arte ma spesso viene confusa. Cos’è realmente il Burlesque?
Il Burlesque è l’arte del “Tease” (n.d.r. letteralmente scherzare, stuzzicare, provocare in modo piacevole), ma lo reputo anche un fenomeno sociale, che ha origini molto più antiche di quanto si possa immaginare.
Nasce come parodia caustica dei generi teatrali, che attaccavano ferocemente il costume politico del tempo. Il genere ebbe immensa fortuna nel Settecento fino a decadere, ormai contaminato da altri generi. Negli Stati Uniti, invece, il burlesque inglese fu introdotto intorno al 1750 e con tale termine si indicò uno spettacolo di varietà per soli spettatori maschi. Caratterizzato da sketches comici, ispirati all’attualità e ricchi di battute audaci e situazioni ambigue, da numeri d’arte varia e da esibizioni di girls in costumi sempre più succinti.
Nei decenni successivi alla prima guerra mondiale venne introdotto lo striptease e aumentarono le esibizioni di nudi scenici. Quindi nel giro di pochi anni, grazie al burlesque divennero celebri i nomi di decine di favolose artiste che sapevano spogliarsi con sensualità ed ironia. Per citarne solo alcune: Dixie Evans, Gipsy Rose Lee, Tempest Storm, Blaze Starr, Ann Corio, fino ad arrivare agli anni ’50, la mitica epoca delle Pin Up, in cui non si può non pensare alla famosissima Betty Page.
Poi con l’avvento della televisione e la diminuzione dei teatri, molte artiste furono “costrette” a rinunciare a quest’arte e dedicarsi allo streap, alla recitazione o alla musica.
Mamma, moglie, imprenditrice, come riesci a conciliare tutti questi aspetti della tua vita?
La cosa interessante del Burlesque, e forse quello che più mi lega a quest’arte, è il coraggio di queste donne, ballerine, performer, che si ribellano a un sistema ostile e pudico, sfidando le leggi e i costumi, rischiando tutto. Per me il loro spirito ribelle è un inno a non sciupare le occasioni, a cogliere l’attimo come stile di vita di tutti i giorni. Non mi reputo diversa da molte altre donne che fanno più cose nello stesso momento, credo dipenda dallo spirito e dal buonumore.
Come vedi il ruolo della donna oggi e come è cambiato secondo te negli ultimi 20 anni?
Negli ultimi vent’anni credo che la donna abbia superato grossi ostacoli e raggiunto grandi traguardi, dal punto di vista sociale e civile.
A mio avviso, la donna rimane quella più incline ai compromessi rispetto all’altro sesso… Penso comunque, che al di là delle statistiche, sia a livello sociale che a livello culturale, non esista più una via di mezzo.
E nel mondo dello spettacolo?
Attualmente viviamo in una società superficiale, in cui, il più delle volte, tutto si ferma all’apparenza.
Così anche nel Burlesque: non bastano degli abiti succinti, dei boa, delle ciglia finte e sapersi muovere a ritmo di July London, per essere “Performer di Burlesque”, ma è necessario sapersi raccontare per coinvolgere il pubblico nella propria storia. Il personaggio che si sta portando in scena non è, come d’apparenza, oggetto sessuale, erotico e di trasgressione, ma un soggetto unico e asessuato, che racconta e trasmette qualcosa di sé.
Allo stato attuale invece pare ci sia più la tendenza a clonare degli stereotipi, con l’unico scopo di ottenere visibilità e popolarità.
Cosa ne pensi delle nuove tecnologie vantaggi o svantaggi nella loro interazione con il mondo dello spettacolo?
Oggi ci sono numerosi corsi online per performer e varie scuole di recitazione, però mi chiedo quante di queste proposte siano realmente valide e quanti credano profondamente nel percorso intrapreso. Che per alcuni sia solamente la ricerca di un’identità? Ho l’impressione che nel tempo si sia perso il coraggio, il coraggio della sfida e il desiderio estremo di essere se stessi, soprattutto nei più giovani.
Si pensa che il burlesque sia legato strettamente al mondo femminile, esistono uomini che si sono avvicinati a questo mondo? E in che modo interagiscono?
Finalmente da pochi anni è riemersa la figura maschile sulla scena burlesque: il “Boylesque”. L’uomo interagisce con lo stesso potere seduttivo di una donna, sorprendendo il pubblico con ironia, seduzione e positività.
Ma, purtroppo, si deve andar via dalla Sicilia per poterlo fare, perché è difficile poter dire agli amici o ai parenti “frequento un corso di Burlesque”.
Cosa stai preparando in questo periodo, quali sono i tuoi progetti?
Dopo l’ esordio del “Burlesque Factor”, primo Live Talent Show di Burlesque nato al Micca Club di Roma, e approdato in Sicilia lo scorso dicembre grazie a Giuditta Sin e Burlesque&ArtFusion, performer di fama internazionale, il prossimo obiettivo è quello organizzare un vero e proprio festival di Burlesque.
Inoltre, da fine febbraio sto preparando una nuova sceneggiatura. Sebbene sia parecchio inflazionato il tema circense, insieme al mio team stiamo lavorando alla stesura di un “Cirque Burlesque”.
Lo scopo non è solo quello di fare e mostrare acrobazie, ma soprattutto quello di coinvolgere il pubblico lanciando messaggi volti a rompere gli schemi e distruggere gli stereotipi creati dal sistema economico e commerciale contemporaneo.
Del resto il Burlesque è proprio questo: è un arte nata per comunicare, ironizzare, alleviare le anime.
Qual è il segreto per essere una donna vera?
Basta essere se stessi, riconoscere i propri limiti e imparare a chiedere scusa, mantenendo alta la propria autostima.
Vuoi regalarci una tua perla? Un aforisma o una frase che rispecchi te e l’amore per il burlesque?
Nella vita tutto è possibile: basta volerlo e proteggere i propri obiettivi dalle insane circostanze della vita.
Volevano smentire lo stereotipo che moltissimi hanno del Burlesque e mostrarlo nella sua vera essenza: una fusione d’arte dove si amalgamano: la musica, la prosa, la danza e l’arte circense. Per imparare a sorridere della propria sensualità. E crediamo proprio che ci siano riusciti.
(Le foto sono di proprietà di Mario Cicala al quale vanno i nostri sentiti ringraziamenti)
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